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  • Immagine del redattoreSara Robin

"BISOGNA CREARE RICORDI NUOVI"




Il corpo è il luogo dell'infanzia: un sacrario che conserva tutto ciò che abbiamo appreso negli anni, nello sviluppo, nella strutturazione inconsapevole. In come camminiamo, respiriamo, usiamo la voce c'è tutta la storia della nostra vita fino al momento presente. Il corpo ha lunga memoria.


Gli automatismi che caratterizzano il nostro quotidiano raccontano chi siamo, o chi siamo stati e se ci limitano nella libertà del ben-essere ci chiedono di essere visti, compresi e riscritti. La nostra natura reclama il suo spazio.


Il corpo può volere nuovi ricordi, nuova memoria, un ripristino alle funzioni primordiali, rudimentali, essenziali e pure. Un ritorno all'origine, una seconda possibilità. Si può lasciare andare la tristezza in fondo ai polmoni, l'addome spremuto per farsi sentire, la schiena rigida, le gambe flebili, la testa che scoppia. Si può prendere per mano il dolore stantio e accompagnarlo all'uscita, lasciando quello spazio libero di respirare e come una tela bianca adibirlo ad un nuovo ricordo, un nuovo meccanismo fluido, spontaneo e consapevole.


Per tutto ciò che è dentro, tutto è fuori.


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