*TU NON SEI LE MIE REAZIONI*
Siamo opere d'arte di diversa fattura, materiale, composizione, stile.
Siamo mosaici, murales, tele strappate, sculture mutilate dal tempo, ritratti, bozzetti, icone di bellezza.
Unici, irripetibili, diversamente funzionali, diversamente visibili.
Ora, accostata per un momento la metafora, siamo semplici esservi viventi, esseri che a volte fanno fatica a fare le cose e che hanno in comune tutto al di là dell'ego.
Hai paura? Ce l'ho anche io.
Ti senti ferito? Succede anche a me.
Sei stanco? Sì, lo capisco.
Sì, ma chi sei tu? E chi sono io in relazione a te?
E chi sei tu in relazione a me?
Le persone sono scomode e fastidiose proprio come concetto base, non stiamo imparando altro da generazioni, ma dimentichiamo con facilità devastante che noi per primi almeno una volta siamo per qualcun altro quello a cui suoniamo il clacson perché non sa guidare alla rotonda, quello che fa un commento a caso senza sapere di cosa sta parlando, siamo quello che ferisce, siamo quello che sbilancia male.
Tu, lui, lei, loro, non siete le mie reazioni.
Come io reagisco agli altri non definisce gli altri, definisce me e basta, definisce la mia storia, le mie strutture, i miei filtri.
Io posso decidere come e cosa farmene di un'interazione, posso decidere cosa voglio cogliere, cosa voglio dare .
Posso decidere di non prendere così spesso sul mio fragilissimo personale tutto quello che accade o mi viene detto, posso innescare o disinnescare una reazione differente in chi si relaziona con me.
Solo così vedrò un potere di cambiamento dove prima c'era una colpa o una responsabilità.
Tu non sei come io reagisco a te.
E io non sono come tu reagisci a me.
Se un'opera d'arte mi dà piacere la guardo e la amo e questo non la renderà più o meno bella ad altri occhi.
Ma posso imparare ad amare ciò che non comprendo e comprendendomi, amerò di più.
Amerò meglio.