"Non so come si fa"
- Sara Robin
- 25 gen 2021
- Tempo di lettura: 2 min

"Non so come si fa!"
Quanto spesso ci ritroviamo a pronunciare queste parole e quanto spesso le sentiamo provenire da chi ci sta vicino?
Cosa vuol dire "sapere come fare"?
Avere la consapevolezza, la conoscenza, la padronanza di tutti gli elementi e i passaggi coinvolti in un determinato processo per raggiungere un risultato preciso.
Benissimo.
E se la chiave sottilissima alla base fosse prima "sentire come"? Apprendere un meccanismo, una successione di gesti ordinati o qualsiasi tipo di dinamica anche a livello più astratto è un'attività che il nostro cervello fa in maniera pressoché automatica dagli albori della nostra esistenza. La mente più è giovane più è plastica, ovvio. Infatti quando ci mettiamo in discussione da adulti nel voler imparare nuove cose, di qualsiasi natura esse siano, ci ritroviamo necessariamente a fare i conti con tutte le cristallizzazioni e le strutture collezionate nel tempo, motivo per cui a volte comprendere un nuovo meccanismo e metterlo in pratica può portare frustrazione. Anche panico. Qui il "sentire come" così poco considerato può essere la chiave di svolta. Prima di poter applicare, imporre o porre qualsiasi altra nuova struttura sopra alle nostre preesistenti potrebbe essere utile sapere bene di cosa disponiamo, qual è il nostro equilibrio in quel momento in modo da assicurare alle nuove informazioni una stabilità e una funzionalità più complete.
Della serie: devi sapere dove sei per sapere dove vuoi andare.
Ad accompagnare il tutto è fondamentale associare un significato, un valore a ciò che di sé si scopre e alla destinazione che un piccolo passo alla volta si va raggiungendo.
C'è chi si lancia e salta nel vuoto e chi non lascia mai il bordo della piscina, ma è proprio la personale peculiarità a rendere altrettanto personale il modo in cui si scopre e si costruisce il "sapere come si fa".
"Nessuno nasce imparato"
Nella foto: nonna Teresa che insegna ad una giovanissima me a fare i ravioli.
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